Le mie interviste.. part 1

Per questo progetto mi sono rivolta a più tipi di persone in modo da avere più punti di vista e spunti interessanti. Ho intervistato Silvia Facchini studentessa fuori sede, Tonia De Fazio proprietaria della trattoria La macchia degli esperti, e Lorenzo Diomede amministratore di Frulez, locale che personalmente ho preso come riferimento sullo stile green.
 

Intervista a Silvia Facchini, studentessa fuori sede con domicilio nel Villaggio Olimpico, possibile cliente dello Spood!

d-ti piace il nome del progetto, SPOOD?

-Il nome “SPOOD” mi piace, è molto incisivo, richiama immediatamente i concetti sui quali si basa il progetto ed essendo corto si ricorda facilmente.

d-la forma ti piace? si capisce dai disegni?

-La forma mi piace, e ho trovato i disegni facilmente interpretabili anche ai non addetti ai lavori. Mi ha colpita molto come la continuità concettuale di sport e mangiare si sia trasformata in continuità spaziale: la struttura risulta armoniosa e funzionale, restando perfettamente fedele ai principi di ecosostenibilità ai quali il progetto è ispirato.

d-ti piace la tipologia del ristorante?

-Mi entusiasma l’orientamento vegetariano del ristorante: sovente alla base della scelta vegetariana ci sono motivazioni non solo etiche, come il rispetto per la vita animale o principi religiosi, ma ci sono anche l’attenzione per la salute e la preoccupazione per l’ambiente. Per questo l’inserimento di un ristornante vegetariano (emblema di quei principi di ecologia, rispetto e sostenibilità di cui si fa portavoce questo progetto) è una scelta coerente e inscindibile dal progetto stesso.

d-ti piace l’idea di avere sport e cibo insieme a portata di mano? e quindi per esempio faresti sport all’aperto e poi ceneresti lì il giorno stesso?

-Trovo interessante l’idea di avere sport e cibo (purché la scelta dei menu rimanga pertinente con cibo biologico, ecc) e mi piacerebbe fare sport per poi cenare nella stessa struttura.

d-pensi che possa diventare un luogo di ritrovo per i giovani?

-Credo che per i giovani possa diventare un ottimo punto di aggregazione non solo serale ma anche diurno. Aggiungerei una piccola biblioteca, magari dotata di postazioni multimediali, in cui recarsi per studiare, fare ricerche, o anche lavori di gruppo.

d-dato che fai sport, correresti sulla copertura? eventualmente sulla copertura vorresti un punto di ristoro? o vorresti solo correre?

-Per quanto riguarda la copertura ci correrei soltanto, credo sia sufficiente inserire all’interno del ristorante un angolo bar che abbia un accesso direttamente dal tetto green, così da creare una sorta di corsia preferenziale per gli atleti che dopo la corsa hanno la necessità di fare una pausa.

d-cosa pensi del progetto? è interessante?

-Il progetto è davvero interessante, se esistesse ci andrei. Fa venire voglia di fare sport, mangiar bene e condurre una vita ecosostenibile. Se esistesse sarebbe bello se diventasse un esempio per una vita più responsabile nei confronti dell’ambiente.

d-hai delle critiche, vorresti che qualcosa fosse diverso?

-Non ho critiche, però ho notato che ci sono salette per yoga e pilates, ma forse manca una saletta con i pesi e gli attrezzi per il fitness. (Una piscina per il nuoto?)
Della biblioteca multimediale ne ho parlato sopra, credo che renderebbe la struttura più a misura dei giovani.

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tonia

Intervista a Tonia De Fazio, proprietaria del locale La macchia degli esperti a Molfetta, pizzeria trattoria con centro ippico e campetti da calcetto. Qui il  loro sito internet: http://www.lamacchiadegliesperti.it/pages/index.asp

d-Cosa ne pensa del mio progetto?

-Il progetto  SPOOD dà un tono di freschezza ed è innovativo.
d-se aveste intenzione di espandervi, nella capitale, lo fareste con questo progetto?

-Si.

d-Nel mio progetto ci sono idee attinenti alle Sue?

-In parte, perchè la nostra struttura è prevalentemente Centro Ippico, aperto ad altri Sport e dotato di Pizzeria con forno a legna e Trattoria.

d-le piace l’idea di avere sport e cibo sano insieme a portata di mano?

-E’ l’idea che portiamo avanti nel nostro Centro Ippico e Turistico.

d-ha delle idee per migliorarlo? e/o c’è qualcosa che cambierebbe del progetto?

-Mi sembra abbastanza completo.

d-le piace il nome del locale: SPOOD?

-Si mi piace sia la grafica che l’idea molto originale.

Ti auguro buon lavoro.

frulez

Infine Lorenzo Diomede, amministratore di Frulez, locale in stile green a Bari, mi ha lasciata con un work in progress per un eventuale incontro in cui discutere del mio progetto e darmi consigli e critiche..
Qui il sito del locale: http://www.frulez.it

Ringrazio tutte le persone coinvolte che sono state molto gentili a dedicarmi tempo e attenzione, spero che con i loro consigli il progetto possa crescere e migliorare sempre più. Grazie ❤

To Do_ 26-Delle tessiture_Zaha Hadid

Con  Zaha Hadid, abbiamo un nuovo concetto di contesto, esso è esattamente paesaggio.

Il lavoro di Hadid è grafico e pittorico, e si rifà ai dipinti di Paul Klee dove le strutture formative sono unitarie. Dentro queste regole, i piani cambiano, si articolano ed oscillano con variazioni di toni e colori, ma le forme provengono tutte da un unico tessuto, come fossero variazioni di un’unica tessitura.  Le linee di Zaha Hadid si propongono così grafiche ed astratte e vanno a definire un’interpretazione del contesto molto femminile ed originale.  CONTESTO=TESSITURA.

paul klee

Per la Hadid è molto importante disegnare e dipingere, perché in questo modo lavora alla creazione di uno spazio mentale fatto di relazioni nuove tra le parti.  Partendo da segni astratti e grafici svilupperà poi l’idea per uno spazio reale e possibile. Uno degli esempi più importanti per far capire questo suo approccio è il progetto della fabbrica Vitra a Weil am Rhein degli anni 90.

sketch

Per la Hadid quindi i temi importanti sono contesto e rapporto architettura-ambiente proprio attraverso il concetto di tessitura e la relazione conseguente dell’architettura con il suolo.

Per il progetto The Peak a Hong Kong, afferma che edificio e contesto ed edificio-paesaggio appartengono alla stessa logica formativa. Il progetto è fatto da un insieme interagente di parti. I suoi piani non sono meccanicamente sovrapposti ma slittano e si confondono l’uno con gli altri.  Il suolo e gli edifici si modellano insieme secondo la stessa tessitura. È questa l’originalità di questa architettura-paesaggio.

the peak

Zaha Hadid è attratta dalle forze dinamiche, guizzanti e veloci che caratterizzano costruzioni come ponti, ferrovie, autostrade. Ne trae ispirazione e le usa nei suoi progetti. Nella stazione dei pompieri Vitra a Weil am Rhein i livelli di infrastruttura e tessitura si intrecciano in modo nuovo ed originale. L’architettura è paesaggio, e propone un’idea dinamica e veloce del paesaggio assorbita attraverso un’idea di infrastruttura.

vitra fire station

Altra opera importante è il blocco residenziale per l’IBA di Berlino che va contro le forme omogenee imposte dal regolamento e che propone un nuovo edificio, che riesce ad inserirsi nel luogo  creando un’atmosfera dinamica del contesto.

iba

 

Per la Hadid è molto importante disegnare e dipingere, perché in questo modo riesce a visualizzare i suoi pensieri, o meglio a elaborare uno spazio così come lo immagina. Poi si rifà al paesaggio e quindi al contesto, modificandolo, intrecciandolo alle infrastrutture e creando una nuova e totale tessitura. Quello che ne uscirà fuori sarà un progetto innovativo ed originale, caratterizzato da forme fluide e veloci. Un’architettura che è nello stesso tempo paesaggio ed infrastruttura.

To Do_ I miei libri

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Ricordando la mia idea di progetto

L’idea è di un locale ( bar-ristorante ) che possa essere un ottimo punto di appoggio all’area verde sportiva adiacente all’area; e un luogo di aggregazione che funzioni tutto il giorno, e che è particolare in quanto “a tema sportivo”, dove magari ogni sala evoca l’atmosfera di uno sport.

Come ispirazione ho scelto questi due libri, di genere totalmente diverso, il primo è un libro comico dello scrittore Stefano Benni, il secondo è più tecnico, infatti è un Manuale di architettura d’interni. Nella loro totalità sono riuscita a scovare aspetti interessanti che spero incideranno sul mio progetto dandogli un tono più deciso.

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“Bar Sport” di Stefano Benni 1976

Bar sport è un libro comico, che racconta di persone e cose che caratterizzano il tipico bar italiano degli anni 70. Un luogo di incontro per persone di tutte le età, dal bimbo del gelato al nonno da bar. Una raccolta dei personaggi più strani e simpatici che si possono incontrare, tra cui le anziane signore i cui discorsi vertono sui morti della settimana, il cinno (fattorino del bar), il professore tanto colto e intelligente quanto esperto di posteriori femminili, il playboy che racconta le sue spesso false conquiste, il tutto fare e molti altri. Anche oggetti come il flipper e la Luisona (pasta tipo brioche, dura quando un pezzo di artigianato), diventano caratteristici e acquistano quasi personalità. Un libro divertente che racconta di un luogo di aggregazione ben riuscito, dove i veri protagonisti sono coloro che vivono il bar, e che lo fanno vivere.

Il Bar sport di Stefano Benni, non è un bar raffinato con paste e cibi prelibati e da cui prendere spunto dal punto di vista architettonico. È però quel luogo che vorrei potesse diventare il mio progetto. Un luogo cioè che possa ospitare persone di ogni età, dal bambino all’anziano; che possa essere quel luogo dove ci si vede con gli amici, dove si vivono storie, dove si stringono rapporti, e dove si crea quasi un effetto familiare. Quel luogo di ritrovo dove raccontarsi e di cui poter raccontare. Inoltre, ideologicamente, come i tanti personaggi che caratterizzano il bar, il mio progetto vuole essere particolare grazie alle varie sale a tema sportivo.

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“Manuale di architettura d’interni vol. 3 Bar e ristoranti” di Riccardo Salvi

Il manuale di Riccardo Salvi, aiuta a capire come muoversi in un progetto di questo tipo, quali aspetti esaminare e su cosa soffermarsi di più. Inizialmente egli si riferisce ai caffè e ai ristoranti come luoghi al cui interno si svolgono funzioni che ripropongono in pubblico consuetudini individuali e confidenziali, legate all’accoglienza ed alla convivialità. Afferma che il percorso ideativo deve riguardare gli spazi, i materiali, le tecnologie, lo stile e le emozioni che si vogliono concretizzare. Ciò che determina la buona riuscita di un progetto è la sapiente unione di soluzioni funzionali con elementi architettonici e decorativi specifici e distintivi, che devono estendersi anche all’esterno senza soluzione di continuità con l’interno. Il dettaglio deve essere ben concepito e ben eseguito per caratterizzare il progetto per la sua singolarità, ossia una corretta ideazione di un particolare appositamente ed esclusivamente studiato per quel luogo. L’obiettivo primario del progetto consiste nel riuscire ad attirare l’attenzione del cliente ed a trattenerlo, e se una persona si trattiene a lungo in quell’ambiente è perché esso è in grado di trasmettergli emozioni. Punto importante è anche il rapporto con la città e lo spazio pubblico, e più nel dettaglio delle aree esterne al progetto. Perciò è utile trattare elementi come pavimentazione, vetrine, e verde, con la stessa energia dell’intero progetto. La luce ed il colore giocano poi, ruoli molto importanti perché vanno ad influenzare gli effetti sulla percezione che il cliente ha dell’ambiente, creando atmosfera e quindi totalmente integrati nell’idea di caratterizzazione di quell’edificio. Infine, una carrellata generale su ciò che serve al progetto, come lo studio di impianti, scale, dimensioni, rivestimenti, serramenti, luci, ecc.

Questo manuale, ovviamente più tecnico dell’altro libro che ho scelto, tratta aspetti importanti e molto utili; e cosa particolare vuole caratterizzare il progetto con un dettaglio, che riesca a suscitare nel visitatore delle emozioni. Cosa che spero di poter fare io con il mio progetto di un locale a tema sportivo, che vada appunto ad evocare l’energia che uno sport riesce a trasmettere.

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Purtroppo non sono riuscita a trovare pertinenze tra questi due libri e il libro ” Architettura e modernità. Dal bauhaus alla rivoluzione informatica” del prof. Antonino Saggio. Ma ho trovato molto interessante la parte 7, ed in particolar modo delle frasi che tra poco citerò, che mi hanno colpito molto e che in qualche modo “toccano” quelle che per ora sono le mie idee sul progetto, e che spero possano dargli una direzione.

In riferimento a Daniel Libeskind, architetto che si è avvicinato all’architettura dalla musica e dall’arte:

“.. è proprio la provenienza da altri campi e discipline che è considerata il valore fondamentale per una preparazione che cerca la profondità.”

“libeskind associa a questi congegni dei disegni astratti, una specie di partiture musicali che lavorano sulla forza rappresentata dalla linea. E cioè sulla capacità di rompere, di estendersi, di non racchiudersi nei piani della tradizione puramente funzionalista o neoplastica, ma del muoversi della linea nello spazio schizzando, lacerando, zigzagando in uno spazio nuovo.”

“chi visita il museo scende e poi sale, si immerge nelle fratture, scopre vertiginosi spazi a tutta altezza, si incunea nelle viscere, si immerge e riemerge”

In riferimento a Steven Holl:

“..ferma convinzione che un progetto- ed è un tema tutto kahniano- si debba basare su un’idea forza”

 “i flussi si incrociano come nervi, concettuali e fisici, e dal loro intreccio, dal loro intertwining come lo chiama, nasce l’architettura.”

Riferito a Calatrava:

“la scultura è la base, l’ingegneria l’arte del possibile, l’architettura la necessaria conseguenza.”

“sia che le sue costruzioni si muovano effettivamente, sia che esse siano ferme, suggeriscono sempre la possibilità del movimento”

In riferimento a Eisenman:

“.. il concetto di luogo deve contenere il concetto di Non luogo.”

“Eisenman ricorda il concetto platonico di Chora come qualcosa che c’è e non c’è e allo stesso tempo scatta la metafora illuminante. Chora è come le tracce del mare sulla sabbia. Le onde sulla spiaggia cui guarda questa casa, non sono un oggetto nello spazio “ma soltanto la registrazione di un movimento” che poi sarà cancellato e riscritto”

In riferimento a Frank Gehry:

“se torniamo a rifletterre sulla modalità di progettare di Frank Gehry vi scopriamo una sorprendente combinazione tra due arti: da una parte sono spazi concepiti come una scena teatrale, dall’altra questa scena si trasforma perché i personaggi-volumi delle sue architetture sembrano parlare, muoversi, ballare.”

 

To Do 4_ Compagni di strada ed ipotesi di progetto

Qui i miei compagni di strada, che mi ispirano e mi affascinano:

arte hotel fish house zaha hadid

 

Ed ora le mie due ipotesi di progetto, nate dalla voglia di creare in questo quartiere un luogo di ritrovo e di aggregazione per i ragazzi e non solo, che possa essere funzionante tutto il giorno, e che possa dare supporto all’area verde adiacente attrezzata:

PROG 1 ok PROG 2 ok