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To Do_ I miei libri

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Ricordando la mia idea di progetto

L’idea è di un locale ( bar-ristorante ) che possa essere un ottimo punto di appoggio all’area verde sportiva adiacente all’area; e un luogo di aggregazione che funzioni tutto il giorno, e che è particolare in quanto “a tema sportivo”, dove magari ogni sala evoca l’atmosfera di uno sport.

Come ispirazione ho scelto questi due libri, di genere totalmente diverso, il primo è un libro comico dello scrittore Stefano Benni, il secondo è più tecnico, infatti è un Manuale di architettura d’interni. Nella loro totalità sono riuscita a scovare aspetti interessanti che spero incideranno sul mio progetto dandogli un tono più deciso.

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“Bar Sport” di Stefano Benni 1976

Bar sport è un libro comico, che racconta di persone e cose che caratterizzano il tipico bar italiano degli anni 70. Un luogo di incontro per persone di tutte le età, dal bimbo del gelato al nonno da bar. Una raccolta dei personaggi più strani e simpatici che si possono incontrare, tra cui le anziane signore i cui discorsi vertono sui morti della settimana, il cinno (fattorino del bar), il professore tanto colto e intelligente quanto esperto di posteriori femminili, il playboy che racconta le sue spesso false conquiste, il tutto fare e molti altri. Anche oggetti come il flipper e la Luisona (pasta tipo brioche, dura quando un pezzo di artigianato), diventano caratteristici e acquistano quasi personalità. Un libro divertente che racconta di un luogo di aggregazione ben riuscito, dove i veri protagonisti sono coloro che vivono il bar, e che lo fanno vivere.

Il Bar sport di Stefano Benni, non è un bar raffinato con paste e cibi prelibati e da cui prendere spunto dal punto di vista architettonico. È però quel luogo che vorrei potesse diventare il mio progetto. Un luogo cioè che possa ospitare persone di ogni età, dal bambino all’anziano; che possa essere quel luogo dove ci si vede con gli amici, dove si vivono storie, dove si stringono rapporti, e dove si crea quasi un effetto familiare. Quel luogo di ritrovo dove raccontarsi e di cui poter raccontare. Inoltre, ideologicamente, come i tanti personaggi che caratterizzano il bar, il mio progetto vuole essere particolare grazie alle varie sale a tema sportivo.

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“Manuale di architettura d’interni vol. 3 Bar e ristoranti” di Riccardo Salvi

Il manuale di Riccardo Salvi, aiuta a capire come muoversi in un progetto di questo tipo, quali aspetti esaminare e su cosa soffermarsi di più. Inizialmente egli si riferisce ai caffè e ai ristoranti come luoghi al cui interno si svolgono funzioni che ripropongono in pubblico consuetudini individuali e confidenziali, legate all’accoglienza ed alla convivialità. Afferma che il percorso ideativo deve riguardare gli spazi, i materiali, le tecnologie, lo stile e le emozioni che si vogliono concretizzare. Ciò che determina la buona riuscita di un progetto è la sapiente unione di soluzioni funzionali con elementi architettonici e decorativi specifici e distintivi, che devono estendersi anche all’esterno senza soluzione di continuità con l’interno. Il dettaglio deve essere ben concepito e ben eseguito per caratterizzare il progetto per la sua singolarità, ossia una corretta ideazione di un particolare appositamente ed esclusivamente studiato per quel luogo. L’obiettivo primario del progetto consiste nel riuscire ad attirare l’attenzione del cliente ed a trattenerlo, e se una persona si trattiene a lungo in quell’ambiente è perché esso è in grado di trasmettergli emozioni. Punto importante è anche il rapporto con la città e lo spazio pubblico, e più nel dettaglio delle aree esterne al progetto. Perciò è utile trattare elementi come pavimentazione, vetrine, e verde, con la stessa energia dell’intero progetto. La luce ed il colore giocano poi, ruoli molto importanti perché vanno ad influenzare gli effetti sulla percezione che il cliente ha dell’ambiente, creando atmosfera e quindi totalmente integrati nell’idea di caratterizzazione di quell’edificio. Infine, una carrellata generale su ciò che serve al progetto, come lo studio di impianti, scale, dimensioni, rivestimenti, serramenti, luci, ecc.

Questo manuale, ovviamente più tecnico dell’altro libro che ho scelto, tratta aspetti importanti e molto utili; e cosa particolare vuole caratterizzare il progetto con un dettaglio, che riesca a suscitare nel visitatore delle emozioni. Cosa che spero di poter fare io con il mio progetto di un locale a tema sportivo, che vada appunto ad evocare l’energia che uno sport riesce a trasmettere.

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Purtroppo non sono riuscita a trovare pertinenze tra questi due libri e il libro ” Architettura e modernità. Dal bauhaus alla rivoluzione informatica” del prof. Antonino Saggio. Ma ho trovato molto interessante la parte 7, ed in particolar modo delle frasi che tra poco citerò, che mi hanno colpito molto e che in qualche modo “toccano” quelle che per ora sono le mie idee sul progetto, e che spero possano dargli una direzione.

In riferimento a Daniel Libeskind, architetto che si è avvicinato all’architettura dalla musica e dall’arte:

“.. è proprio la provenienza da altri campi e discipline che è considerata il valore fondamentale per una preparazione che cerca la profondità.”

“libeskind associa a questi congegni dei disegni astratti, una specie di partiture musicali che lavorano sulla forza rappresentata dalla linea. E cioè sulla capacità di rompere, di estendersi, di non racchiudersi nei piani della tradizione puramente funzionalista o neoplastica, ma del muoversi della linea nello spazio schizzando, lacerando, zigzagando in uno spazio nuovo.”

“chi visita il museo scende e poi sale, si immerge nelle fratture, scopre vertiginosi spazi a tutta altezza, si incunea nelle viscere, si immerge e riemerge”

In riferimento a Steven Holl:

“..ferma convinzione che un progetto- ed è un tema tutto kahniano- si debba basare su un’idea forza”

 “i flussi si incrociano come nervi, concettuali e fisici, e dal loro intreccio, dal loro intertwining come lo chiama, nasce l’architettura.”

Riferito a Calatrava:

“la scultura è la base, l’ingegneria l’arte del possibile, l’architettura la necessaria conseguenza.”

“sia che le sue costruzioni si muovano effettivamente, sia che esse siano ferme, suggeriscono sempre la possibilità del movimento”

In riferimento a Eisenman:

“.. il concetto di luogo deve contenere il concetto di Non luogo.”

“Eisenman ricorda il concetto platonico di Chora come qualcosa che c’è e non c’è e allo stesso tempo scatta la metafora illuminante. Chora è come le tracce del mare sulla sabbia. Le onde sulla spiaggia cui guarda questa casa, non sono un oggetto nello spazio “ma soltanto la registrazione di un movimento” che poi sarà cancellato e riscritto”

In riferimento a Frank Gehry:

“se torniamo a rifletterre sulla modalità di progettare di Frank Gehry vi scopriamo una sorprendente combinazione tra due arti: da una parte sono spazi concepiti come una scena teatrale, dall’altra questa scena si trasforma perché i personaggi-volumi delle sue architetture sembrano parlare, muoversi, ballare.”

 

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